Uno in
mezzo a tanti
e tanti in uno io anche io
qui tra peccatori e santi
io non sono mica Dio
ma ho creato un sogno mio lì avanti
io sto con me da tanto ormai
con i miei guai dentro i miei se
lavoro come un pazzo
a questa cosa e so che farmene
la volta che tolgo stand by
e mi dirò vai anche se
non sono più un ragazzo
per scappar di casa e andarmene
uno sulla soglia
e voglia e frenesia che porta via
dentro questa lunga veglia
vincere alla lotteria
il riscatto da una vita spoglia
io che non ho mai un'allegria
monotonia dentro un oblò
di questo inverno qui
del cavolo in cui vivo e morirò
io che non so tirarmi via
dalla periferia in cui sto
perché all'inferno sì
anche il diavolo non è un cattivo no
ma per molti è un po'
un eroe positivo
vero è vero che ogni dì è un addio
che si muore tra un avvio e un rinvio
dò motore al mio mistero
di straforo chiuso a spranga
questo è il mio lavoro nero
viaggiatore fermo dentro un hangar
uno che sta zitto
o un guitto che non sa che parte ha
un trasvolatore o un dritto
tra il coraggio e la viltà
vivo in te ma non pago l'affitto
a te che sei la fantasia
nell'asfissia dei cieli miei
tu sei la sola cosa nobile
dei miei giorni plebei
perché tu sei la mia eresia
in questa idolatria agli dei
potrò lasciarti sposa immobile
io che non ho trofei
dentro i miei musei
nei tornei che non ho vinto
certo o incerto se ogni dì è un addio
che ripeto tra un avvio e un rinvio
ho coperto il mio segreto
con un telo dentro un hangar
me ne andrò un mattino quieto
senza che nessuno pianga
il domani di ogni dì è un addio
che mi segno tra un avvio e un rinvio
mentre lucido il mio sogno
che mi spinge giù a valanga
dentro un ruvido bisogno
di lasciare un giorno questo hangar
Meglio di no non voltarsi mai
quando si va via
perché voltarsi è già un po' tornare è già nostalgia
e non si va mai così lontano e mai via di qua
mai come quando non si sa bene dove si va
la culla di foschia di un piccolo mattino
e come una malìa mi si versò nel cuore
ed io inseguii la scia forse di un palloncino
scivolando via senza rumore
così si va non perché ci sia qualche cosa poi
che è da vedere ma per vedere cosa c'è in noi
e poi non vedi mai ciò che pensi che incontrerai
ma trovi sempre quello che non hai pensato mai
un altro sole in più saliva sulla strada
ed io scendevo giù con passi da impostore
e intinsi dentro il blu la punta di una spada
non odiarmi tu senza rancore
me ne vado da te
con un sasso nel cuore
senza rancore
non averla con me
e firmai il viaggiatore
con quella eterna febbre in noi
per ciò che non siamo mai stati
andiamo per campare
già delusi e stanchi
viviamo come zebre poi
rinchiusi dietro gli steccati
illusi di sembrare
dei cavalli bianchi
io allora presi via con me
pronto a sfidare le mie stelle
e poi che fine avremmo fatto
io e te
saresti tu moglie di un re
oppure amante di un ribelle
od infermiera a un matto
o sposa a un martire senza più amore
ciò che hai davanti è di più di quello che hai avuto già
anche se quello che hai avuto sempre davanti sta
e tanto quello che perdi non ti perdona mai
perché per perdere e perdonare ci vuole sai
e se ora vado via arrivederci a un giorno
e non sarà l'addio di questo viaggiatore
un grano di utopia ti porto al mio ritorno
un universo mio
senza colore
i bianchi misero i neri -ma ci pensi com'è
a combattere i gialli -un mondo senza colore
per tenersi ciò -un mondo a forma di te
che presero ai rossi -sulla rotta del cuore
senza squallore
le borse crebbero a nord -ma ci pensi com'è
sulla fame del sud -un mondo senza squallore
mafie dell'est -un mondo a forma di te
nelle banche dell'ovest -sulla rotta del cuore
senza dolore
le madri piansero i figli -ma ci pensi com'è
che non sono tornati -un mondo senza dolore
da una guerra in cui -un mondo a forma di te
stuprarono donne -sulla rotta del cuore
senza terrore
i vili fecero i forti -ma ci pensi com'è
con le sorti dei vivi -un mondo senza terrore
i buoni uccisero -un mondo a forma di te
tutti i cattivi -sulla rotta del cuore
senza più orrore
Io
mi alzai su dalla mia immagine
come da un altare
e cercai nella voragine
la terra sotto il mare
camminai un deserto arido
tra dirupi e gole
poi lanciai un cuore impavido
nel cielo dietro il sole
traversai labirinti e portici
delle mie visioni
mi lasciai in mezzo ai vortici
di splendide illusioni
io violai le bugie dei codici
del bene e del male
e puntai a ore dodici
di un viaggio verticale
sì io sarò vela al vento
sì io sarò un'onda anomala
sì io unirò insieme àncora e aquilone
sì io sarò ala e immensità
più su vai e più sarai piccolo
per chi non sta in alto
ma io andai dentro il pericolo
come si va all'assalto
io varcai con un balzo i limiti
di quella pianura
e saltai giù senza tremiti
senza controfigura
poi scalai la montagna all'apice
sopra il mondo intero
navigai nel grande calice
del sonno del mistero
e pensai che potremmo essere
sogni di qualcuno
chissà mai noi tante tessere
di un firmamento bruno
sì io sarò vela al vento
sì io sarò un'onda anomala
sì io unirò insieme àncora e aquilone
sì io sarò immensità
mi attaccherò più forte all'albero maestro
di quella barca che fa il solco all'equatore
mi appiccherò per sempre al nodo del capestro
di quelle stelle sulla via di un viaggiatore
sì io sarò vela al vento
sì io sarò un'onda anomala
sì io unirò insieme àncora e aquilone
sì io sarò immensità
Che fai in quest'ora bella
che suona il suo notturno
io mi giro attorno a far la sentinella
che non ho sonno e faccio il primo turno
tu qualunque cosa fai stai su
anche se sei distante
e se la voce non arriva o è disturbata
penso di parlare a te in ogni istante
perché per me lo sai sei sempre stata
tu l'altro capo di un filo
un unico profilo
quando guardiamo su
se anche tu vedi
la stessa luna
non siamo poi così lontani
se credi ancora un po'
a un giro di fortuna
gioca tutto su domani
dovunque tu sarai stai su
forse e se tu lo domandi
domani ci troviamo
all'incrocio delle tue braccia grandi
per correre a gridarci ti amo
e cosa ci vuoi fare
se tutto questo non è ancora un paradiso
se non c'è abbastanza notte per sognare
e stai cercando pure tu un sorriso
ti basta entrare in memoria
di qualche buona storia
e poi cliccarci su
se anche tu suoni
lo stesso accordo
non siamo poi così lontani
se ti rimetti su
l'ultimo mio ricordo
sei già pronta per domani
non siamo un mondo a parte
(noi) siamo parte del mondo
rimasti un po' in disparte
un secolo o un secondo
se anche tu senti
la stessa ebbrezza
non siamo poi così lontani
se del domani no
nessuno ha la certezza
io son nessuno e tu Domani
da domani
chiunque tu sarai
comunque tu starai stai su
Come siamo cambiati
neanche il passato è più
quello dei tempi andati
si sa com'è ma non come fu
le cose stan cambiando
mentre ci cambiano
noi che stiamo ballando
l'ultimo valzer che suonano
non si esce da una storia
che non esce da noi
nelle vie di memoria
la stessa storia riaccade poi
si abbattono le statue
i piedistalli no
perché le cose fatue
di nuovo servono dopo un po'
perché fu è o sarà
la vita un viaggio od un destino
senza l'equipaggio ma
con un ricordo clandestino
perché qui là o chissà
qualunque cosa è già un ricordo
nebulosa o realtà
negata o benvenuta a bordo
dove va la carovana
dove vaga il caravan
piano va la carovana
vaga invano il caravan
le cose della vita
girano sempre qua
in orbita infinita
noi siamo di loro proprietà
così ce le prendiamo
qui con noi vivono
quando poi ce ne andiamo
peccato loro non piangono
perché fu è o sarà
la vita un viaggio od un destino
senza l'equipaggio ma
con un ricordo clandestino
perché qui là o chissà
qualunque cosa è già un ricordo
nebulosa o realtà
negata o benvenuta a bordo
nel viaggio all'apogeo
da solo è il re
senz'armi né corteo
nel rituale del tè
l'orologio del cammeo
da un tempo a sé
un grigio scarabeo
stringe pensando a te
perché fu è o sarà
la vita un viaggio od un destino
senza l'equipaggio ma
con un ricordo clandestino
perché qui là o chissà
qualunque cosa è già un ricordo
nebulosa o realtà
negata o benvenuta a bordo
dove va la carovana
dove vaga il caravan
ogni cosa cara o vana
torna come un boomerang
A un tratto il vuoto
e tutto fu ignoto
lago remoto e immoto dentro me
fiore di loto e dell'oblio
cosa c'è in questo se non io
che cerco un varco
in questo immenso arco
un parco d'aria o un cielo prateria
lo sbarco sopra l'aldilà
una via per l'infinità
in un abisso senza termine
allontanarmi verso me sul culmine
lasciarmi a una deriva di anime
nuotando nel metallo delle lacrime
dell'universo sommerso
e immerso nell'universo
se tu mi pensi
ovunque io sia
io sono i tuoi sensi
che corrono via
su un sole di campi
in un tuffo in apnea
su un covo di lampi
in alta marea
un grande sparo
e tutto fu chiaro
dolce curaro e amaro miele in me
il faro della verità
luce è in questa maestà
e scruto assorto
qual' è il mio porto
ho scorto dove va al lavoro Iddio
e in un conforto di oasi
vivo io stasi ed estasi
in coda a un tempo senza spasimo
bagnarmi gli occhi di quell'incantesimo
darmi ogni istante come l'ultimo
nel male di durare oltre quest'attimo
dell'universo perso
e disperso nell'universo
se tu mi senti
chiunque io sia
io passo nei venti
che soffiano via
su un mare di dune
in un salto in balìa
su un pozzo di lune
in un'altra morìa
dell'universo riverso
e emerso mal d'universo
Accendi questa notte di cristalli liquidi
il cielo è un crocevia di mille brividi
di satelliti che tracciano segnali nitidi
che seguono la via di mondi ripidi
chissà se queste macchine che parlano per noi
ci riavvicinano o ci allontanano
quando sembra di sfiorarsi e invece in mezzo restano
dei ponti levatoi che non si abbassano mai
io non sono di qui
io son di passaggio
io sono in mezzo al mio viaggio
sono io che ti invio un messaggio
da maggio io vengo e vado dietro a un miraggio
di un domani che inganna da lontano
e porta me lontano da domani
e che mi stringe a sé
in questo tempo avvolto
chi c'è oltre me
chi c'è in ascolto
incontrami in questo spazio senza margine
nel fondo del display che fa da argine
a cento secoli volati via come vertigine
qualcuno schiacciò play e fu l'origine
chissà se il cosmo chiuso dentro le tre doppie vu
è verosimile o è un facsimile
quando sembra di viaggiare e invece resti immobile
tra i totem e i tabù dell'impossibile ma
io che mi muovo qui
io oltre frontiera
io solo in zona straniera
sono io fermo alla tastiera
ogni sera schermo di vita vera o chimera
di essere laggiù là dove non mi trovo
e non so più come trovare dove
adesso vivi tu
che forse sei in ascolto
io che parlo da qui
io passo attraverso
un blu sconosciuto e diverso
io non so più se vado verso
o all'inverso torno se è un sogno o è l'universo
che un insieme è di mille e mille soli
e gli altri e me che siamo soli insieme
per questo chiamo te
da un mondo capovolto
chi c'è oltre me
chi c'è in ascolto
chi c'è con me
chi c'è chi c'è in ascolto
non smettere di trasmettere
Era uno specchio o un'eco
od un riflesso di un'assenza
io sono un vecchio ed uno spreco
io con gli occhiali io senza
tra opere e omissioni
io sono il giocatore che vita ho fatto mai
che punta ancora un altro inganno con tutte le attenzioni
sul panno usato del dolore che non ho avuto mai
per vincere il suo danno che non ho dato mai
questo mare sale dentro me
mentre io preparo il té
ma io chi sono stato
samaritano o pigliatutto
in questo ballo mascherato
dove il costume è tutto
tra opere e omissioni
sono un sopravvissuto di questa vita ormai
fra storie naufraghe e gingilli con tutte le occasioni
un cuore muto di velluto che non ho colto mai
per appuntare spilli che non ho tolto mai
questo mare sale dentro me
mentre io preparo il tè che non ho preso mai
questo tempo danza dentro me
dentro questa stanza che che non ho chiuso mai
centro è del mio tempio a te
tra i cattivi o tra i buoni
quel biglietto bisogna estrarre
chiuso in bussolotti di milioni
di opere e omissioni
le mie chitarre prigioni
con le corde che sono sbarre
e le pene sono le canzoni
che da solo suoni e per chi
questo mare sale dentro me
mentre io preparo il tè che non ho offerto mai
questo tempo danza dentro me
dentro questa stanza che che no ho aperto mai
centro è del mio tempio a te
così mi accorgo che
il tempo è come l'aria
che esiste proprio quando manca
come un artista d'arte varia
che sul finale arranca
tra opere e omissioni
era uno specchio o un'eco di molta vita ormai
o il balbettìo di una coscienza con tutte le ammissioni
e siamo in due ed un muro cieco che non ho fatto mai
io con gli occhiali io senza
Qui c'è ogni giorno una partenza
ma non aspetto più un arrivo
e intanto vivo un'esistenza
senza data di scadenza su
così ho finito la speranza
quando il mio punto esclamativo
piegò la schiena come un'ansa
e interrogativo diventò
quanto tempo ho
per dire io chi sono o chi fui io
per correre a vedere chi sarò
tra l'obbligo e l'oblìo
giocattolo di un dio
col nome e il numero
io sono quel gabbiano in gabbia
che piange lacrime di vetro
acqua lasciata sulla sabbia
che tornare al mare più non può indietro
quanto tempo ho
per la mia buonuscita prima o poi
da questa vita o manca ancora un po'
in fila coi vassoi
davanti ai pisciatoi
c'è da aspettare o no
per quando tocca a noi
che siamo comici che piangono
pubblici che non ridono
che siamo angeli che imprecano
e dèmoni che pregano
quanto tempo ho
per chiedere di avere un giorno in più
che è pure un giorno in meno che io avrò
per spegnermi quaggiù
con occhi da Gesù
buttati al cielo
quanto tempo ho
per vivere di questa malattia
di vivere e morire io non so
prima che tutto sia
e vivo l'agonia
di quanto tempo ho
Tu sei la stella
che vaga e invaghisce
signora di poesia
tu sei il rimpianto
che dura e indurisce
sorella di nostalgia
tu sei il rimorso
che incolpa e colpisce
angelo di carestia
tu sei il ricordo
che sfioro e sfiorisce
mentre una sera va via
Domani che ne è di te
degli occhi grigi di nuvole
prodighi di prodigi
in fondo agli occhi miei
mi guardo e tu ci sei
tu sei il mio tempo
che impazza e impazzisce
compagna di prigionia
tu sei il mio viaggio
che impara e impaurisce
regina di fantasia
tu sei il pensiero
che passa e appassisce
madre di malinconia
tu sei il futuro
a cui sparo e sparisce
quando la notte va via
Domani sarai con me
perché ha finito di piovere
se ogni attimo infinito
che ho avuto dopo te
io lo chiamai
Domani e non c'eri più
eri già Ieri
memorie pensieri più vecchi
tu dove sei
perché io ti chiami Oggi
perché tu torni a me
perché io torni a te
a Domani
Io l'ombra che andò via
costeggiando il muro o restando lì
l'uomo che cercò la sua profezia
dritto nel futuro e poi si smarrì
suono di tam tam e io ci ballo su
da tutta una vita fulminea
come un viaggio in tram che ti siedi giù
e è il capolinea
io l'onda che si alzò
su dal mare scuro dell'umanità
l'urlo che si udì quando rimbalzò
forte sul tamburo della libertà
sogno di colei che è la mia follia
e mai questa ferita rimargina
e che dai libri miei ha strappato via
l'ultima pagina
sono acqua di foce ed è una croce
non sapere mai se la mia voce
è fiume o oceano e non c'è no fiume
che due volte sia capace
di bagnarmi e darmi pace
perché il tempo se ne va e tutto tace
io resto qua nell'irrealtà
dell'immenso velo del mio cielo a metà
sarà una nuova età o solo un'altra età
il volo di un eterno istante
nel mio cuore di aliante
io l'indio che partì
nel cammino duro di cercare sé
l'arco che lanciò una freccia qui
dentro un cuore puro luogo che non c'è
sonno di amnesie che non dormo più
ma non ho finito di esistere
con queste energie cresco la virtù
di resistere
sono acqua di fonte che al suo monte
non può ritornare e il mio orizzonte
è solo vivere e vivere da solo
come un sasso di un torrente
che non ferma la corrente
perché il tempo se ne va e lascia niente
io resto qua nell'irrealtà
dell'immenso raggio del mio viaggio a metà
sarà una nuova età o solo un'altra età
il volo di un eterno istante
nel mio cuore di aliante
a combattere il tempo come si fa
si può battere solo
a tempo di musica
non ti abbattere al tempo che se ne va
lo puoi battere ancora
a tempo di musica sul tempo che va
a tempo di musica nel tempo che va
io resto qua nell'irrealtà
dell'immenso fondo del mio mondo a metà
sarà una nuova età o solo un'altra età
il volo di un eterno istante
nel mio cuore di aliante
io a combattere il tempo
l'ombra che andò via
costeggiando il muro o restando lì
l'uomo che cercò la sua profezia
dritto nel futuro e poi si smarrì
a tempo di musica
Sì che ti ho riconosciuto qui dagli occhi
che già non vedevano così lontano
quando un palloncino ti scappò di mano
e volò e volasti pure tu sì sei tu
gli stessi identici occhi miei ma in grande
o forse solo con un po' di più d'incanto
son cresciuti intanto e pieni di domande
e son rimasti miopi fino a qui
siamo sì vivi anche se un po' cambiati
siamo morti e poi più volte noi rinati
come fingevamo
se stavamo giù sotto la coperta
come fiamma saltavamo su
nella scoperta del sorriso sul viso di mamma
a Cla' lì ho lasciato te
così per un altro me
ma sì sono stato troppo via
con questa troppa nostalgia
di me quand'ero te
a Cla' tu sì che eri un re
io no mai più come te
noi che trovavamo tutto in niente
e adesso c'è
niente in tutto e nessun re
vedi questo telo alzato tra noi due è la vita
che tu hai sempre visto come un bel ricamo
io di qua da uomo so la trama ordita
odio e amo tra i suoi no e i suoi sì
siamo qui forse appena un po' più stanchi
fieri perché no di quei capelli bianchi
a implorare tempo come un tempo in cui
c'era la paura
della mano di papà prima della puntura
e di una porta aperta piano piano
a Cla' com'è andata poi
sai se abbiamo vinto noi
perché io so solo che con te
di nuovo so sorridere
e un giorno imparerò
anche a vivere
a Cla' ci risiamo già
lo so che è finita qua
io ero lì per riprenderti
e dovrò riperderti
chissà se ci rivediamo a Cla'
forse un tempo forse là
quando ci riandiamo a Cla'
by Doremi
Cómo hemos cambiado
ni siquiera el pasado existe ya
lo de los tiempos idos
se sabe cómo es, pero no cómo ha sido.
Las cosas están cambiando
mientras nos cambian
a nosotros que estamos bailando
el último vals que tocan.
No se sale de una historia
que no sale de nosotros
en las vías de la memoria
la misma historia sucede de nuevo.
Se abaten las estatuas,
los pedestales no,
porque las cosas fatuas
al tiempo sirven de nuevo.
Porque fue, es o será
la vida un viaje o un destino,
sin equipaje pero
con un recuerdo clandestino.
Porque aquí, allá o quién sabe
cualquier cosa es ya un recuerdo,
nebulosa o realidad,
rechazada o bienvenida a bordo.
¿Dónde va la comitiva,
por dónde vaga la caravana?
Lenta va la comitiva,
vaga en vano la caravana.
Las cosas de la vida
giran siempre aquí
en órbita infinita.
Nosotros somos de su propiedad.
Así nos las apropiamos
viven con nosotros aquí
y cuando nos vamos
¡Lástima! Ellas no lloran.
Porque fue, es o será
la vida un viaje o un destino,
sin equipaje pero
con un recuerdo clandestino.
Porque aquí, allá o quién sabe
cualquier cosa es ya un recuerdo,
nebulosa o realidad,
rechazada o bienvenida a bordo.
En el viaje al apogeo
está el rey solo
sin armas ni cortejo
en el ritual del té.
El reloj del camafeo
se da un tiempo a sí mismo.
Un escarabajo gris
estrecha pensando en ti.
Porqué fue, es o será
la vida un viaje o un destino,
sin equipaje pero
con un recuerdo clandestino.
Porque aquí, allá o quién sabe
cualquier cosa es ya un recuerdo,
nebulosa o realidad,
rechazada o bienvenida a bordo.
¿Dónde va la comitiva,
por dónde vaga la caravana?
Cada cosa estimada o vana
retorna como un boomerang.
by Caravan
De pronto el vacío
y todo fue desconocido
lago remoto e inmóvil dentro de mí
flores de loto y del olvido
¿qué hay en esto sino yo?
que busco un paso
en este inmenso arco
un parque de aire o un cielo de pradera
el desembarco sobre el más allá
un camino hacia la infinidad
en un abismo que no tiene fin
alejarme hacia mí sobre la cumbre
abandonarme a una deriva de almas
nadando en el metal de las lágrimas
del universo sumergido
e inmerso en el universo
si tú me piensas
dondequiera que yo esté
yo soy tus sentidos que viajan muy lejos
sobre un sol de campos
en un buceo a pulmón
sobre cuevas de relámpagos
en alta marea
un gran estallido
y todo fue claro
dulce curare y amarga miel en mí
el faro de la verdad
luz es en esta majestuosidad
y escruto absorto
cuál es mi puerto
divisé adonde va a trabajar Dios
y en un confort de oasis
vivo en coma y en éxtasis
a la cola de un tiempo sin ningún temor
bañarme los ojos de aquel encantamiento
darme cada instante como el último
en el mal de durar más allá de este instante
del universo perdido
y disperso en el universo
si tú me sientes
quienquiera que yo sea
yo paso en los vientos
que soplan muy lejos
sobre un mar de dunas
en un salto a merced
sobre un pozo de lunas
en otra epidemia
del universo revuelto
y resurgido...mal de universo.
by Caravan
Yo, la sombra que se fue
flanqueando el muro o quedándose allí
el hombre que buscó su propia profecía
directo hacia el futuro y luego se equivocó
sonido de tam tam y yo bailo allá
en toda una vida de vértigo
como un viaje en tranvía que apenas te sientas
y es el fin de línea
Yo, la ola que se alzó
sobre el mar oscuro de la humanidad
el grito que se oyó cuando rebotó
fuerte sobre el tambor de la libertad.
sueño con aquélla que aún es mi locura
y nunca cicatriza esta herida
que de mis libros ha arrancado ya
la última página
soy agua de desembocadura y es una cruz
no saber nunca si mi voz
es río u océano y no existe río
que dos veces sea capaz
de bañarme y darme paz
porque el tiempo se va y calla todo
yo me quedo aquí en la irrealidad
del inmenso velo de mi cielo a mitad
será una nueva edad o solamente otra edad
el vuelo de un eterno instante en mi corazón planeador
yo, el indio que partió
hacia el duro camino de buscarse a sí mismo
el arco que lanzó una flecha aquí
a un corazón puro que luego no fue así
sueños de amnesias y no duermo ya
pero aún no he acabado de existir
estas energías crecen mi virtud
de resistir aún más
soy agua de fuente que a su monte
no puede volver y mi horizonte
está sólo en vivir y vivir solo
como la piedra de un torrente
que no para la corriente
porque el tiempo se va y nada deja
yo me quedo aquí en la irrealidad
del inmenso rayo de mi viaje a mitad
será una nueva edad o solamente otra edad
el vuelo de un eterno instante
en mi corazón planeador
a combatir el tiempo, cómo se hace
se le puede ganar sólo
al compás de la música
no sucumbas al tiempo que se va
aún le puedes ganar
al compás de la música sobre el tiempo que va
al compás de la música en el tiempo que va
yo me quedo aquí en la irrealidad
del inmenso fondo de mi mundo a mitad
será una nueva edad o solamente otra edad
el vuelo de un eterno instante
en mi corazón planeador
yo ( a combatir el tiempo )
la sombra que se fue
flanqueando el muro o quedándose allí
el hombre que buscó su propia profecía
directo hacia el futuro y luego se equivocó
al compás de la música.
by Caravan
Tú eres la estrella
que vaga y enamora
señora de poesía
tú eres la añoranza
que dura y endurece
hermana de nostalgia
tú eres el remordimiento
que inculpa y golpea
ángel de penuria
tú eres el recuerdo
que marchita y se marchita
mientras una tarde se va
Mañana qué es de ti
de los ojos grises de nubes
prodigio de prodigios
en el fondo de mis ojos
me miro y estás tú
tú eres mi tiempo
que enloquece y vuelve loco
compañera de prisión
tú eres mi viaje
que aprende y tiene miedo
reina de fantasía
tú eres el pensamiento
que pasa y se desvanece
madre de melancolía
tú eres el futuro
al que disparo y desaparece
cuando la noche se va
Mañana estarás conmigo
porque ha parado de llover
si cada instante infinito
que he tenido después de ti
yo lo llamé
Mañana y no estabas ya
era ya Ayer
memorias pensamientos ya viejos
tú dónde estás
porque yo te llame Hoy
porque tú vuelvas a mí
porque yo vuelva a ti
para Mañana
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