Letras del Disco

 

 

UNO

 

'51 montesacro e tutto cominciava
in un subaffitto e un muro che sudava
due gambette storte e in testa una banana
un triciclo e un golfino di lana
un cane di pezza e a un occhi un bottoncino blu
mamma che cuciva "mamma callo pu cciu'"

una scottatura le tonsille un trenino
niente soldi per comprare un fratellino
la vicina quella dell'Abruzzo
olio di fegato di merluzzo
il divano letto che tutte le sere si tirava giù
e andare il sabato a vedere la tivvù
 

 

VIA

 

La mia sigaretta brilla rossa
insieme a luci di periferia
zampate della vita sulle mie ossa
sei più sincera quando dici una bugia...

Sull'asfalto acquoso una luna affilata
a tagliare i fili che legano le stelle
stringo al cuore una lattina vuota
e scopro che hai lasciato le unghie sulla mia pelle
finestrini aperti a dissetarmi di vento
la mia ruota incollata sulla striscia bianca della mezzeria...

Gli occhi come due pezzi di vetro
tu non sei come ti credevo io
un autotreno mi ruggisce dietro
ma perché hai fatto il mondo così triste Dio?

Alberi si drizzano ai lati della strada
mi corrono accanto e il buio se li inghiotte
alla radio un rock arrabbiato come un pugno allo stomaco
che mi spinge nella notte
un dolore un lampo di fuoco rosso
dentro questo amore che io non posso io non posso più...

Voglio andar via
i piedi chiedono dove ma via
tanto non ti perderò
perché tu non sei stata mai mia...
voglio andar via
da quei tuoi occhi che tirano sassi
e come in un duello far dieci passi
e poi guardarci un'ultima volta e via...

Dimmi che cos'è che ci hanno fatto
dimmi cosa c'è che io non so
perché tutto è finito come cenere in un piatto
e quei ragazzi che eravamo noi non ci sono più...

E scambiare due parole brevi
con la notte blu dei benzinai
io ti baciavo mentre tu piangevi
e adesso che io piango tu chi bacerai?...

Un caffè che drizza i capelli un pacchetto di fumo
e il vento rilegge il mio giornale
e domani uscire di nuovo
farmi una faccia allegra per il prossimo carnevale
un chiarore freddo come un rasoio
per un altro giorno che nasce e muoio muoio muoio...

Voglio andar via
i sogni cercano dove ma via
anche all'inferno ci sarà qualcuno
a farmi compagnia...
voglio andar via da te
che goccia a goccia hai spremuto il mio cuore
e dagli straccivendoli ricomprare
quel che resta del mio amore e andare via...

 

I VECCHI

 

I vecchi sulle panchine dei giardini
succhiano fili d' aria e un vento di ricordi
il segno del cappello sulle teste da pulcini
i vecchi mezzi ciechi i vecchi mezzi sordi

i vecchi che si addannano alle bocce
mattine lucide di festa che si può dormire
gli occhiali per vederci da vicino a misurar le gocce
per una malattia difficile da dire

i vecchi tosse secca che non dormono di notte
seduti in pizzo al letto a riposare la stanchezza
si mangiano i sospiri e un po' di mele cotte
i vecchi senza un corpo i vecchi senza una carezza

i vecchi un po' contadini
che nel cielo sperano e temono il cielo
voci bruciate dal fumo dai grappini di un'osteria

I vecchi vecchie canaglie
sempre pieni di sputi e consigli
i vecchi senza più figli e questi figli che non chiamano mai

i vecchi che portano il mangiare per i gatti
e come i gatti frugano tra i rifiuti
le ossa piene di rumori e smorfie e versi un po' da matti
i vecchi che non sono mai cresciuti

i vecchi anima bianca di calce in controluce
occhi annacquati dalla pioggia della vita
i vecchi soli come i pali della luce
e dover vivere fino alla morte che fatica

i vecchi cuori di pezza
un vecchio cane e una pena al guinzaglio
confusi inciampano di tenerezza e brontolando se ne vanno via

i vecchi invecchiano piano
con una piccola busta della spesa
quelli che tornano in chiesa lasciano fuori bestemmie e fanno pace con Dio

i vecchi povere stelle
i vecchi povere patte sbottonate
guance da spose arrossate di mal di cuore e di nostalgia

i vecchi sempre tra i piedi
chiusi in cucina se viene qualcuno
i vecchi che non li vuole nessuno i vecchi da buttare via

ma i vecchi, i vecchi, se avessi un' auto da caricarne tanti
mi piacerebbe un giorno portarli al mare
arrotolargli i pantaloni e prendermeli in braccio tutti quanti
sedia sediola... oggi si vola... e attenti a non sudare
 

DUE

 

Biglie colorate e sempre solo a fare un gioco
l'Umbria la campagna le veglie intorno al fuoco
le galline la stalla e stanze fresche e bianche
e nonno pizzica e nonno fante
una sedia per cantare 'una casetta in Canadà'
quello pallidino quello di città...'

come un gusto fra le gambe scoperto un po' per caso
il più bravo a scuola quattrocchi e mezzo naso
le Domeniche piovose dei Castelli
e buono e zitto a tagliare i capelli
la prima comunione e attento all'ostia e alle fotografie
ed un padre brigadiere che scrive poesie
 

NOTTI

 

Notti di nessuno notti sfrigolanti di lampioni
notti raggomitolate sui termosifoni
notti di telefonate a letto
notti di tivvù private
occhi naufraghi di gatti sul tetto
notti per star su

notti in macchina a parlare il vetro basso per fumare
notti di canzoni vecchie ancora buone da cantare
notti buie come un forno
notti insonni prima di un gran giorno
notti dure di illusioni
lunghe e scure di caffè

notti di treni frettolosi che attraversano stazioni
e scuotono valigie e cuori
notti illuminate di parole grosse e di rumori
notti uscite da una festa
notti con i bigodini in testa
notti e nuvole più grandi del cielo
e il gelo di un autogrill

e se stanotte tu mi fossi accanto
stanotte che ti voglio e non sai quanto
e se potessi fare in modo che Roma
non fosse lontana per te
tu che sei stata e sarai tra le persone più mie
tu che mi stai nei quattro angoli del cuore
ridammi in dietro questo amore
l'amore delle mani tue

notti assonnate di lancette che sbucciano i minuti
e pioggia dietro ai vetri a cordicelle
notti di alberi fioriti di nuovi amori e nuove stelle

notti di un antifurto disperato
notti volanti di polizia
notti di un amore disgraziato
notti senza compagnia

notti di strade spalancate di vento
notti e già ne avrò passate cento
notti e quante notti amare
ad aspettare te
 

 

RAGAZZE DELL'EST

 

Nei mattini pallidi appena imburrati di foschia
risatine come monete soffiate nei caffè
facce ingenue appena truccate di tenera euforia
occhi chiari, laghi gemelli, occhi dolci amari

io le ho viste
fra cemento e cupole d'oro che il vento spazza via
sotto pensiline che aspettano sole il loro tram
coprirsi il cuore in mezzo a sandali e vecchie camicie fantasia
e a qualcuno solo e ubriaco che vomita sul mondo

io le ho viste portare fiori e poi fuggire via
e provare a dire qualcosa in un italiano strano
io le ho viste coi capelli di sabbia raccolti nei foulard
e un dolore nuovo e lontano tenuto per la mano

io le ho viste che cantavano nei giorni brevi di un'idea
e gomiti e amicizie intrecciati per una strada
io le ho viste stringere le lacrime di una primavera che non venne mai
volo di cicogne con ali di cera

ancora le ho viste
far la fila con impazienza davanti ai gelatai
quando il cielo stufo d'inverno promette un po' di blu
piccole regine fra statue di eroi e di operai
lievi spine d'ansia nei petti rotondi e bianchi

io le ho viste
eccitate buffe e sudate per la felicità
negli alberghi dove si balla gridare l'allegria
e bere birra e chiudere fuori la solita neve e la realtà
e ballare alcune tra loro e ballare e poi ballare

le ho viste
nelle sere quando son chiuse le fabbriche e le vie
sulle labbra vaghi sorrisi di attesa e chissà che
scrivere sui vetri ghiacciati le loro fantasie
povere belle donne innamorate d'amore e della vita
le ragazze dell'est
 

STRADA FACENDO

 

Io ed i miei occhi scuri siamo diventati grandi insieme
con l' anima smaniosa a chiedere di un posto che non c'è
tra mille mattini freschi di biciclette
mille più tramonti dietro i fili del tram
ed una fame di sorrisi e braccia intorno a me

io e i miei cassetti di ricordi e di indirizzi che ho perduto
ho visto visi e voci di chi ho amato prima o poi andar via
e ho respirato un mare sconosciuto nelle ore larghe e vuote di un' estate di città
accanto alla mia ombra lunga di malinconia

io e le mie tante sere chiuse come chiudere un ombrello
col viso sopra al petto a leggermi i dolori ed i miei guai
ho camminato quelle vie che curvano seguendo il vento
e dentro a un senso di inutilità
e fragile e violento mi son detto tu vedrai vedrai vedrai

strada facendo vedrai
che non sei più da solo
strada facendo troverai
un gancio in mezzo al cielo
e sentirai la strada far battere il tuo cuore
vedrai più amore, vedrai

io troppo piccolo tra tutta questa gente che c'è al mondo
io che ho sognato sopra un treno che non è partito mai
e ho corso in mezzo ai prati bianchi di luna
per strappare ancora un giorno alla mia ingenuità
e giovane e inviecchiato mi son detto tu vedrai vedrai vedrai

strada facendo vedrai
che non sei più da solo
strada facendo troverai
anche tu un gancio in mezzo al cielo
e sentirai la strada far battere il tuo cuore
vedrai più amore vedrai

e una canzone neanche questa potrà mai cambiar la vita
ma che cos'è che mi fa andare avanti e dire che non é finita
cos'è che ci spezza il cuore tra canzoni e amore
che mi fa cantare e amare sempre più
perché domani sia migliore, perché domani tu
strada facendo vedrai
 

TRE

 

I primi pantaloni lunghi e una camicia sportiva
e il pullman per il mare e il bagno a riva
pomeriggi all'oratorio e un prete "Cristoregni"
giocare e poi si pagano i pegni
la chiesa vuota ed i misteri della sacrestia
un dito su un atlante di geografia
 

FOTOGRAFIE

 

Un azzurro scalzo in cielo
il cielo matto di marzo e di quel nostro incontro
al centro tu apoggiata sui ginocchi
e il vento sui capelli e sui tuoi occhi

qui l'ombra cade giù dalla tua mano
un orizzonte di cani abbaia da lontano
tu aggrappata alla ringhiera
di una tenera e distratta primavera

pomeriggio lento e un po' svogliato
maggio e' andato via un dito sotto il mento
e gli uccelli fuggono infilando il verde dove la città si perde

sopra un foglio di carta vetrata
luglio e tu sdraiata tu sporca di baci e sabbia
a cercar le labbra smisurate dell'estate sulle mie

in quest'altra stiamo insieme
come ridi di gusto e fino a soffocarti
io stringevo agosto e te
bevendoti con gli occhi miei per non scordarti

e ancora tu tra file di alberi
che cuciono colline di uva bianca
tu sei stanca un giorno intero a bere vino
e un contadino col bicchiere in mano lì vicino

foglie arrugginite in fondo al viale
e nuove voglie e tu tu sei venuta male
la tua faccia un po' tirata e una risata senza piu' allegria e incoscienza

l'aria acerba della domenica mattina
sopra l'erba e tu e lacrime di brina
guance colorate mentre sbucci arance e stupide bugie

resta li
non muoverti
sorridi un po'
adesso voltati
fai così
appoggiati
non dire no
amore guarda qui

gennaio e il fiato grosso scalda le parole
il sole andava giù cielo di marmo rosso
tu un po' nera contro quella sera che scavava il nostro addio e scappava
la pioggia fina salta sopra i marciapiedi
noia moschina e tu tu guardi ma non vedi
che e' finita e tra le dita non ci sono che fotografie

un azzurro scalzo in cielo
il cielo matto di marzo e di quel nostro incontro
al centro tu poggiata sui ginocchi
e gli occhi tuoi per sempre nei miei occhi
 

ORA CHE HO TE

 

Giorni di un tenero grido di sole
rauchi di mille parole
ora che ho te
che mi sei piaciuta senza fare niente
ora che ho te
amo l'altra gente
giorni passati a dividere il cielo dal mare
a prendere la rincorsa per volare
ora che ho te
passata nei miei occhi e entrata dentro il cuore
ora che ho te tra me e il mio dolore
giorni per vivere come due stelle cadenti un minuto
e baci pieni di tempo perduto
ora che ho te
in qualche parte del mio corpo a farmi male
ora che ho te
non e più uguale
ora che scrivo il tuo nome
anche sull'acqua e non so come
ora che ho te
e avrai sempre il sorriso di adesso
lo stesso cuore lo stesso
quando non ci sarò più io
perché ogni incontro e gia un addio
quando non ci sarò più io
che ora ho te
 

QUATTRO

 

I peli sopra il labbro e bolle sulla pelle
un concorso di canzoni a Centocelle
feste in casa e il tavolo sulla parete
panini misti e spuma per la sete
la fonovaligia e le serrande scese e i genitori di la
primo bacio per sapere come si fa
un maestro di chitarra e un'ora di lezione
una ragazzetta e farle la dichiarazione
il braccio sulle spalle ed una pizza
e i giorni in classe con un po' di strizza
le chiacchiere degli amici al bar e per tutti "agonia"
e il 66 e il tempo vola via...
 

BUONA FORTUNA

 

Per un piatto di allegria
per una nuova compagnia
buona fortuna
per un anno in più
per quello che vuoi tu
per le notti piene di idee
e di dolci malinconie
buona fortuna
che non basta mai
a te che te ne vai

buona fortuna
per un'altra età
per quello che sarà
buona fortuna
che non basta mai
a te che te ne vai

per un bacio dato via
per un amore chiuso per addio
buona fortuna
per quel po' di me
che porterai con te
per le storie perse qua e là
per la vita che se ne va

buona fortuna
che non basta mai
a te che te ne vai
per te
per te che te ne vai

 

LOS VIEJOS

 by Caravan

 Los viejos en las banquetas de los jardines
chupan soplos de aire y un viento de recuerdos
la señal del sombrero en sus cabezas de pollitos
los viejos medio ciegos los viejos medio sordos

los viejos se habitúan a la petanca
mañanas lúcidas de fiesta en las que pueden dormir
las gafas para ver de cerca al medir las gotas
para una enfermedad difícil de explicar

los viejos y su tos seca que no les deja dormir de noche
sentados en la esquina de la cama para reposar del cansancio
se comen los suspiros y un poco de manzanas dulces
los viejos sin un cuerpo los viejos sin una caricia

los viejos un poco aldeanos
que del cielo esperan y al cielo temen
voces quemadas por el humo de los aguardientes de una taberna

los viejos, viejos pillines
siempre llenos de gargajos y consejos
los viejos ya sin los hijos y estos hijos que no llaman jamás

los viejos que llevan la comida para los gatos
y, como los gatos, rebuscan entre los deshechos
los huesos llenos de chasquidos y gestos y versos un poco de locos
los viejos que nunca han crecido

los viejos alma blanca de cal a contraluz
ojos aguados por la lluvia de la vida
los viejos solos como los palos de la luz
y deber vivir hasta la muerte qué fatiga

los viejos corazones de trapo
un viejo perro y una pena en la correa
confusos tropiezan de ternura y refunfuñando se van yendo

los viejos envejecen despacio
con el pequeño sobre de la compra
aquéllos que vuelven a la iglesia, dejan fuera las blasfemias
y hacen la paz con Dios.

Los viejos pobres estrellas
los viejos pobres ropas desabrochadas
mejillas de esposas enrojecidas por mal de amores y por nostalgia

los viejos siempre tras los pies
encerrados en la cocina por si aparece alguien
los viejos a los que no quiere nadie los viejos para tirarlos

pero los viejos, los viejos... si tuviese un coche en el que cupiesen muchos
me gustaría un día llevarlos al mar
enrollarles los pantalones y llevármelos a todos en brazos
la sillita plegable...hoy se nos vuela...y cuidado de no sudar.

 

LAS CHICAS DEL ESTE

 by Santi

En las mañanas pálidas apenas untadas de neblina
risitas cuando birlan monedas en los cafés
caras ingenuas apenas disfrazadas de tierna euforia
ojos claros, lagos gemelos, ojos dulces amargos.

Yo las he visto
entre cemento y cúpulas de oro que el viento barre lejos
bajo marquesinas esperando solas su tranvía
cubriéndose el corazón entre sandalias
y viejas camisas de fantasía
y a algún solista borracho que vomita sobre el mundo.

Yo las he visto llevar flores y luego salir huyendo
y probar a decir algo en un italiano extraño
yo las he visto con el pelo de arena recogido en sus pañuelos
y un dolor nuevo y lejano cogido de la mano.

Yo las he visto que cantaban en esos días más breves que una idea
y codos y amistades entrelazados por una calle
yo las he visto estrechar las lágrimas de una primavera
qué no vino nunca
vuelo de cigüeñas con alas de cera.

También las he visto
guardar cola con impaciencia delante de las heladerías
cuando el aburrido cielo de invierno promete un poco de azul
pequeñas reinas entre estatuas de héroes y obreros
ligeras espinas de ansiedad en los pechos redondos y blancos

Yo las he visto
excitadas graciosas y sudorosas de felicidad
en los hoteles donde se baila gritando la alegría
y beber cerveza y levantar la espuma habitual y la realidad
y bailar algunas entre ellas y bailar y continuar bailando.

Las he visto
en las tardes cuando están cerradas las fábricas y las calles
en los labios anhelantes sonrisas de espera y quién sabe qué
escribiendo sobre los cristales helados sus fantasías
pobres mujeres hermosas enamoradas del amor y de la vida,
las chicas del este.

 

FOTOGRAFÍAS

 by Santi

Un azul descalzo en el cielo
el cielo loco de marzo y aquel encuentro nuestro
en el centro tú apoyada sobre las rodillas
y el viento sobre tu pelo y sobre tus ojos.

Aquí la sombra cae debajo de tu mano
un horizonte de perros ladra a lo lejos
tú agarrada a la barandilla
de una tierna y despistada primavera.

Tarde lenta y un poco perezosa,
mayo se ha ido con un dedo bajo la barbilla
y los pájaros huyen enhebrando el verde
donde la ciudad se pierde.

Sobre un papel de lija
julio y tú acostados, tú manchas de besos y arena
acercando los labios desmedidos del verano sobre los míos.

En esta otra estamos juntos
cómo ríes de gusto hasta ahogarte
yo estrechaba agosto y a ti
bebiéndote con mi ojos para no olvidarte.

Y otra vez tú entre filas de árboles
que cosen colinas de uva blanca
tú estás agotada tras un día entero bebiendo vino
y un campesino con el vaso en la mano allí cerca.

Hojas herrumbrosas al final de la avenida
y nuevas ganas y tú, tú has salido mal
tu cara un poco tensa y una carcajada
sin alegría e inconsciencia.

El aire amargo del domingo por la mañana
sobre la hierba, y tú y lágrimas de escarcha
mejillas coloradas mientras pelas naranjas y estúpidas mentiras.

Quédate ahí
no te muevas
sonríe un poco
ahora date la vuelta
haz así
apóyate
no digas que no
amor mira aquí.

Enero y el fuerte aliento calientan las palabras
el sol vuelve el cielo de mármol rojo
tú un poco oscura contra aquella tarde
que cavaba nuestro adiós
y saltaba la lluvia fina sobre las aceras.

Tedio, abatimiento y tú, tú miras pero no ves
que ha terminado y entre los dedos no hay más que fotografías.

Un azul descalzo en el cielo
el cielo loco de marzo y aquel encuentro nuestro
en el centro tú apoyada sobre las rodillas
y el viento sobre tu pelo y sobre tus ojos.
 

 

 BUENA SUERTE

 by Hangar

Por un plato de alegría
por una nueva compañía para ti
buena fortuna por un año más
por aquello que querrás...

Por las noches llenas de ideas
y de dulces melancolías
buena fortuna
que nunca basta
para ti , que te me vas.....

Buena fortuna
por otra edad , por aquello que vendrá...

Por un beso dado lejos
por un amor
cerrado por un adiós
buena fortuna
por aquel poco de mi
que llevarás junto a ti...

Por la historia que acaba aquí y allá
por la vida que se me va
buena fortuna
que nunca basta
por ti que te me vas....

Por ti que te
me vas , por ti
por ti que te me vas....
 

 

DISCOGRAFÍA

 

www.servicont.com  páginas vistas desde 2003