Passerotto
ti ho aspettato tanto
e adesso tu sei qui ...
passerotto
la tua canzone canto ...
doremifasol
ed aspettare
ed aspettare
ed aspettare
ed aspettare
Un cofanetto
tutto impolverato
e dentro una fotografia
con il tuo primo fidanzato
tenente di cavalleria ...
sulla tovaglia ricamata a mano
i salatini con il thè
nel tuo salotto veneziano
il 5-4-23 ...
le gite in barca
la tua balia ed un notturno di Chopin
um baciamano
una camelia
un manicotto di lapin
e in fondo agli occhi stanchi ti rimane
la malinconia
che sfiora i tuoi capelli bianchi
e poi ti porta ria ...
Gesù Gesù dirai
com'ero buffa io
sorriderai ma un groppo in gola sentirai
com'eri bella tu
adesso cosa sei
un vecchio carillon
che non va più ...
in sala di lettura dopo pranzo
distesa sopra il canapè
leggevi trepida un romanzo
con delle frasi un poco "osè" ...
e il giovedì mattina ad un concerto
con i genitori all'"Odeon"
e tu che ti annoiavi molto e già pensavi al charleston
i bagni al mare
il tuo cavallo
e un ombrellino di bambù
le trecce
il tuo carnet da ballo
e l'orologio col cucù ...
adesso ti han lasciato sola
adesso son fuggiti via
e forse un poco ti consola
la tua fotografia ...
Gesù Gesù dirai
che sciocca sono io
e dal golfino un fazzoletto prenderai
se serve star quaggiù
a un vecchio carillon
che non va più ...
Per te che sai
che la tua solitudine
è una bugia per sopravvivere
per te che vuoi tornare giù nel sud
e intanto vuoti posacenere
per te che hai sempre fatto economia
e non ti trovi nel giardino pubblico
ancora vivi un incantesimo
andare venire
finire incominciare
trovare perdere ...
per te che ammazzi i pomeriggi in una briscola
per te che vivi col terrore della tegola
per te che tieni tutti i sogni in una scatola
per te che cerchi di imitare Pelè
per te che ridi e non capisci perché ...
per te che parli sparli dici sdici sempre di politica
e tiri avanti con le pillole
per te che hai il cuore dentro un luna park
e t'innamori delle bombole
per te che conti i tuoi foruncoli
ogni mattina prima del caffè
per te che suoni la tua armonica
sdraiato in un campo di fragole
sbocciare
sfiorire
gioire disperare
sporcare pulire
aprire chiudere ...
per te che vivi tutto l'anno in un montgomery
per te che giochi la tua vita sopra i numeri
per te che sei sempre sommerso dai cocomeri
per te che fai tutte le cose a metà
per te che implori un poco di carità ...
alzati Giuseppe
troppo tempo hai perso già
alzati Giuseppe
verso la tua libertà
alzati Giuseppe
mille secoli tu hai
alzati Giuseppe
se tu vuoi ... tu volerai ...
per te che vai come un sonnambulo
nell'aria densa di caliggine
per te che quando eri più giuvane
hai fatto qualche stupidaggine
per te che parli sempre a vanvera
solo perché tu ci hai la scrivania
per te che ruzzi nella polvere
in una strada di periferia
tagliare cucire
partire ritornare
svuotare riempire
salire scendere ...
per te che affoghi i dispiaceri sopra un tavolo
per te che cerchi la fortuna dietro a un angolo
per te che non hai combinato un cavolo
per te che sembri un altro con il toupet
per te che soffri e non capisci perché
alzati Giuseppe
troppo tempo hai perso già
alzati Giuseppe
verso la tua libertà
alzati Giuseppe
mille secoli tu hai
alzati Giuseppe
se tu vuoi ... tu volerai ...
Seduto con le
mani in mano
sopra una panchina fredda del metro
sei lì che aspetti quello delle 7.30
chiuso dentro il tuo paletot
un tizio legge attento le istruzioni
sul distributore del caffè
e un bambino che si tuffa dentro a un bignè
e l'orologio contro il muro
segna l'una e dieci da due anni in qua
il nome di questa stazione
è mezzo cancellato dall'umidità
un poster che qualcuno ha già scarabocchiato
dice "Vieni in Tunisia"
c'è un mare di velluto ed una palma
e tu che sogni di fuggire via...
di andare lontano lontano
andare lontano lontano...
e da una radiolina accesa
arrivano le note di un'orchestra jazz
Un vecchio con gli occhiali spessi un dito
cerca la risoluzione a un quiz
due donne stan parlando
con le braccia piene di sacchetti dell'Upim
e un giornale è aperto
sulla pagina dei films
e sui binari quanta vita che è passata
e quanta che ne passerà
e due ragazzi stretti stretti
che si fan promesse per l'eternità
un uomo si lamenta ad alta voce
del governo e della polizia
e tu che intanto sogni ancora
sogni sempre sogni di fuggire via...
di andare lontano lontano
andare lontano lontano...
sei li che aspetti quello delle 7,30
chiuso dentro il tuo paletot
seduto sopra una panchina fredda del metro
I bambini stanno
sempre soli
le bambine stanno sempre sole
i maschietti con i fucili
le femminucce con le bambole
i pirati i terzini e i cow boy
che giocano di qua
le signore le principesse
se ne stanno un po' più in là
ma c'è un posto che è un po' nascosto
dove giocano a mamma e papà
tutto qua!
Non ti ho detto
che nei giorni bagnati di pioggia
quando il cielo
si strofina sui tetti
ti ho tanto pensato
e ho suonato canzoni per te
non ti ho detto
che sei piccola come un pulcino
che sei come il più dolce mattino
che mi basta tenerti per mano
che volevo portarti lontano lontano
e non so fare a meno di te
mi credi
doremifasol
nella mia testa solamente
doremifasol
doremifasol
doremifasol
doremifasol
non ti ho detto
che i tuoi riccioli sono di seta
che profumi di erba falciata
che non sono mai stato un poeta
che ogni istante ho paura che sia già finita
e che darei la mia vita per te
mi credi
doremifasol
tutto quello che so darti è
doremifasol
Lampada Osram
di fronte alla stazione
giornali cartoline
le insegne le reclames
la fila di tassì
la calca sopra i tram
annodi il tuo foulard
le otto e dieci
lampada Osram
0è il primo appuntamento
e tu ci tieni tanto
sei certa che verrà
una valigia torna
e un'altra se ne va
la buio e sono già
le otto e un quarto
"ciao come stai"
gli dirai
quando verrà
per l'emozione arrossirai
chissà che pantaloni avrà
mezz'ora no non basterà
per arrivare al centro
per dirgli tutto quanto
e che ti piace
tanto tanto
lampada Osram
non è venuto ancora
che facce da galera
quei quattro sul coupè
"via Boncompagni per favore
sa dov'è?"
prufumo di lillà
le otto e venti
"bravo che sei"
gli dirai
quando arriverà
e un po' di muso metterai
chissà che scuse inventerà
ma dopo lui ti porterà
davanti ad un tramonto
per dirti tutto quanto
e che gli piaci
tanto tanto
lampada Osram
lui non è più venuto
i passi sul selciato
ti fanno compagnia
e a testa bassa
te ne torni a casa tua
"biglietto signori"
le otto e mezza
Con un'aria
trasognata
lemme lemme nella sera
se ne va
fischiettando ...
la schedina l'ha giocata
sos dieci anni che lui spera
e che ci sta riprovando
un motorino per Maria
due mesetti in Val Gardena
una casa piena
di comodità
se pareggerà il Cesena
una villa con piscina
la schedina con la mente lui rifà ...
1 X X 2 1 X 1 X 1 1 2 1 X
nella strada tutto solo
fa uno slalom tra i lampioni
e la città
sta in ciabatte
e la luna su nel cielo
stropicciandosi gli occhioni
si fa già
color latte
quel francobollo dell'Angola
che gli ha sempre fatto gola
un corredo di lenzuola
per Liù
e se segnerà Mazzola
una bella barca a vela
e la mente vola
e non si ferma più ...
1 X X 2 1 X 1 X 1 1 2 1 X
2 1 X
chissà?
se va bene ...
2 1 X
con quell'aria trasognata
passa avanti alla portiera
"buona sera regioniere!"
la schedina l'ha giocata
e per una volta ancore
questa sera
può spersre
e sale in fretta gli scalini
col fiatone quattro piani
c'è un odor di maccheroni
col ragù ...
si dimentica Antognoni
da un bacetto ai suoi bambini
e ai milioni
non ci pensa più ...
1 X X 2 1 X 1 X 1 1 2 1 X
Qiasi che fusse
inverno
Sisto fa foco e fiamme tutt'intorno
quasi che fusse già venuto inverno
dice che ce prepara al callo dell'inferno ...
Sisto Sisto mio
Sisto Sisto mio
dice che ce prepara al callo dell'inferno ...
fijo meno giudizzio
e più fede comanna er Santo Uffizio
e tiè 'sta maledetta lingua a posto
si tu non voi finì coma 'n capretto arrosto ...
fijo fijo mio
fijo fijo mio
si tu non voi finì coma 'n capretto arrosto ...
dacce un papa mijore
m'ariccomanno a te nostro Signore
un quarchiduno che 'gne piace er foco
uno che se ami preghi tanto e campi poco ...
o Signore Iddio
o Signore Iddio
uno che se ami preghi tanto e campi poco ...
Sciolta ormai
l'ultima neve
su un tappeto d'erba nuova
con un passo lieve nell'aurora
Misurina camminava
sopra ad una rupe si fermava
ogni dì alla stessa ora
nella calma del mattino
il silenzio era velluto
un arcobaleno di pensieri
lei gettava giù nel vuoto
e qualcuno la spiava muto
il suo nome era Sorapis
Sorapis che viveva solo lassù
tra abeti e genziane blu
nessun sorriso ebbe mai
e Misurina ch'era tutto per lui
un giorno scivolò giù
la vide con gli occhi suoi
Misurina riposava
tra il ginepro e i rododendri
si affacciava il sole dalle nubi
sopra i suoi capelli biondi
ed un alito di vento andava
a sfiorare lei
per lasciarla poi
tra le braccia di Sorapis
Sorapis chiuse gli occhi e il capo inchinò
e giorno e notte aspettò
finchè di pietra non fu
e con le lacrime che scesero giù
un verde lago formò
tra abeti e genziane blu
Il 9 barrato
il paradiso
la primavera
un tuo sorriso
la mietitura
un colpo di stato
la libera uscita
Babbo Natale
le medicine
un posto al sole
la promozione
un'altra vita
il segnale orario
l'eclissi lunare
la coincidenza
il carnevale
l'indipendenza
un altro salario
un bel terno all'otto
una medaglia
il 27
la sesta figlia
la buona notte
il terzo atto
le chiavi di casa
l'alta marea
la comunione
un'amnistia
l'ispirazione
una sorpresa
ed aspettare
ed aspettare
ed aspettare
ed aspettare
Passerotto non
andare via
nei tuoi occhi il sole muore già
scusa se la colpa è un poco mia
se non so tenerti ancora qua.
ma cosa è stato di un amore
che asciugava il mare
che voleva vivere
volare
che toglieva il fiato
ed è ferito ormai
non andar via
ti prego
passerotto non andare via
senza i tuoi capricci che farò
ogni cosa basta che sia tua
con il cuore a pezzi cercherò
ma cosa stato di quel tempo
che sfidava il vento
che faceva fremere
gridare
contro il cielo
non lasciarmi solo no...
non andar via
non andar via
senza te
morirei
senza te
scoppierei
senza te
brucerei
tutti i sogni miei
solo senza di te
che farei
senza te
senza te
senza te
sabato pian piano se ne va
passerotto ma che senso ha
non ti ricordi
migravamo come due gabbiani
ci amavamo
e le tue mani
da tenere, da scaldare
passerotto no
non andar via
non andar via
senza te
morirei
senza te
scoppierei
senza te
brucerei
tutti i sogni miei
solo senza di te
che farei
senza te
senza te
senza te
Sentado con las manos juntas sobre
una banqueta fría del metro
aguardas a que pase el de las siete y media justo junto a la estación.
Un tipo lee atento los detalles sobre las ventanas del café
y hay un niño que se lanza dentro de un pastel.
Y en un reloj que hay en el muro son las dos y veinte de dos años ha
y el nombre de aquella parada está semiborrado de tanta humedad.
Y un póster que cualquiera habrá garabateado dice: "Ven a Punta Umbría",
un mar de terciopelo y una palma y tú sueñas que te gustaría...
Marcharte muy lejos, muy lejos...
Marcharte muy lejos, muy lejos...
Y de una radio pequeñita llegan ya las notas de un pausado vals
y un viejo que resuelve un crucigrama busca la última palabra ya.
Dos chicas conversando de sus cosas se les pasa el tiempo sin sentir
y hay un diario abierto por la página infantil.
Por los raíles cuánta vida ya ha pasado y cuánta vida ha de pasar
y dos muchachos juntos juntos que se han prometido por la eternidad.
Un hombre se lamenta dando voces de que el tren no llega todavía
y mientras tanto vas soñando, sueñas, siempre sueñas que te gustaría...
Marcharte muy lejos, muy lejos...
Marcharte muy lejos, muy lejos...
Aguardas a que pase el de las siete y media justo junto a la estación,
sentado sobre una banqueta fría del metro.
PÓSTER (Versión de Sudamérica)
Sentado con las manos juntas en un
banco frío del subterráneo
envuelto en tu sobretodo allí esperas siempre el de las siete y diez.
Alguno lee atento la instrucción allá en la máquina para el café
y un chiquillo con la cara sucia de pastel.
Y el reloj en la pared que da las 10 y cuarto desde un año atrás,
el nombre de la estación está casi borrado por la humedad.
Un póster que alguno ha ya garabateado dice: "Ven aquí, en Argel",
palmeras y un mar de terciopelo y tú que sueñas de escapar un día...
A lugares lejanos, lejanos...
Lugares lejanos, lejanos...
Y de una radio encendida se oye una orquesta de música jazz,
un viejo con anteojos gruesos busca en un juego la combinación.
Mujeres que conversan con los brazos llenos de paquetes de envasar
y hay diario abierto aconseja los últimos films.
Sobre esas vías cuánta vida que ha pasado y cuánta que aún pasará,
dos jóvenes enamorados que se hacen promesas por la eternidad.
Un hombre se lamenta en alta voz de todo lo que hoy toca vivir
y tú que mientras sueñas, sólo sueños, siempre sueños de escapar un día...
A lugares lejanos, lejanos...
Lugares lejanos, lejanos...
Y allí esperas siempre envuelto en tu sobretodo el de las siete y diez,
sentado con las manos juntas en un banco frío.
No te dije que en los días mojados
de lluvia
cuando el cielo se apoya en los techos
te estuve pensando y tocando canciones por ti.
No te dije que eres niña aún como un capullo
que eres como una dulce mañana
que me basta tenerte la mano
y quisiera llevarte a un lugar muy lejano
y no puedo quedarme sin ti ¿me crees?
Doremifasol
en mi cabeza solamente
doremifasol.
Doremifasol
doremifasol
doremifasol.
No te dije que en las tibias callejas de otoño
cuando el sol se colora de rojo
de pronto buscando e inventando palabras por ti.
No te dije que tus rulos son como de seda,
que perfumas de hierba cortada,
que no fui como ahora poeta,
que no quiero creer que termine todo esto
y daría mi vida por ti ¿me crees?
Doremifasol
es todo lo que yo sé darte,
doremifasol.
Doremifasol
doremifasol
doremifasol.
Farol de plaza de frente a la
estación,
hay diarios y postales, carteles de neón,
la fila de taxis, un mundo en el tranvía.
Te pones bien el chal. Las ocho y diez.
Farol de plaza, es la primera cita
y es tan importante...seguro que vendrá...
una valija vuelve y otra que se va.
De noche se hizo ya. Son ocho y cuarto.
"Hola ¿qué tal?" le dirás cuando vendrá
y la emoción te notará. ¡Quizás qué pantalón tendrás!
Media hora no, no bastará
para llegar al centro,
para decirle todo
y que te gusta tanto tanto.
Farol de plaza, no vino todavía.
¡Qué caras tan extrañas! Los cuatro en el Sport.
La calle Santa fe ¿Me dice dónde está?
Perfume de jazmín. Las ocho y veinte.
No, no está bien le dirás cuando vendrá
y un poco seria te verá ¡Quizás qué excusa inventará!
Pero después te llevará y verán morir la tarde
y dirá todo lo que siente y que le gustas mucho.
Farol de plaza. Él no vendrá seguro.
Los pasos de la gente me hacen compañía
con la cabeza baja vuelves a casa.
"Boleto, señorita". Las ocho y treinta.
Con un aire distraído, lentamente
por la tarde
él se va, va silbando.
La tarjeta ha jugado, son 10 años que él espera
y que está, prueba y prueba.
Una gran moto para Pablo y dos meses de montaña,
una casa llena de comodidad.
Si lograra estos empates, una villa con pileta.
La tarjeta con la mente él hará.
1X211X1X1121X
En la calle está él solo va saltando entre los postes
y la ciudad está en pantuflas.
Y la luna en el cielo refregándose los ojos
se hace ya color leche.
Y la estampilla de Angola, una colección de libros,
dos vestidos que quería Silvia Inés.
Si también ganara esto, un hermoso barco a vela.
Y la mente vuela y no se para más.
1X211X1X1121X
21X...quizá...convendría 21X...
Con ese aire distraído, pasa y ve a la portera:
"Buenas noches, señor Pérez".
La tarjeta ha jugado y una vez más todavía
esta noche...la esperanza.
Y sube a saltos la escalera, con fatiga 4 pisos,
hay olor de parrillada de menú.
Se olvida de los goles, da un besito a sus pequeños,
los millones para él no existen más.
Nananá....
1X211X1X1121X
Gorrioncito ¡Qué melancolía!
En tus ojos muere el día ya.
Excusa si la culpa ha sido mía
si no puedo retenerte más.
¿Adónde fueron mis amores
que surcaban mares
que cruzaban vívidos
volando que los vence el llanto
malheridos ya?
No te marches...te ruego.
Gorrioncito ¡Qué melancolía!
Pues sin tus caprichos ¿yo qué haré?
Pero cada cosa que fue tuya
con el alma rota buscaré.
¿Adónde fueron esos tiempos
que soñaba el viento
que cruzabas vívido
gritando contra el cielo:
"No me dejes solo no"?
No te marches...no te marches.
Yo sin ti moriré,
yo sin ti sufriré,
yo sin ti quemaré
todo el sueño mío.
Solo y lejos de ti
¡Di qué haré yo sin ti!
Yo sin ti...
yo sin ti.
Lentamente el sábado se va.
Gorrioncito, dime dónde estás.
Tú no te acuerdas que emigrábamos
como dos gaviotas.
Yo quisiera ver tus manos
y tenerlas, calentarlas...
Gorrioncito, no,
No te marches...no te marches.
Yo sin ti moriré,
yo sin ti sufriré,
yo sin ti quemaré
todo el sueño mío.
Solo y lejos de ti
¡Di qué haré yo sin ti!
Yo sin ti...
Yo sin ti.
Solo y lejos de ti
¡Di qué haré yo sin ti!
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